ETTA JAMES
Etta James, donna dalla vita zeppa di soddisfazioni artistiche come di grossi problemi personali: accanto ai Grammy Award, alla stella sulla Walk Of Fame di Hollywood e all'affetto di pubblico e critica, c'è infatti anche spazio per la dipendenza dalle droghe e per le travagliate vicende personali. Nonostante questo la sua voce e la sua musica hanno sempre trovato il modo di raccontare "tutto quello che fa parte della vita: la nascita e la morte, la gioia e la tristezza, la redenzione e il peccato" (queste le sue parole all'inizio del 2000, dopo decenni di carriera entusiasmante). Il suo vero nome è
Jamesetta Hawkins, nata a Los Angeles il 25 gennaio del 1938. La sua 'carriera' comincia col botto: a cinque anni è già un prodigio del gospel, che canta in chiesa e in radio con una voce splendida e una sicurezza che non ti aspetteresti da una bimba così piccola. Certo gioca a favore il suo straordinario talento, ma non è da sottovalutare la guida attenta di James Earle Hines, uno dei pezzi grossi fra i pianisti jazz, uno di quelli che entrerà nella storia del genere. Dopo quasi sette anni di esperienza gospel, Etta James si trasferisce a San Francisco: è il 1950. Nel giro di pochissimo tempo riesce a mettere insieme un trio vocale con altre due ragazze e due anni dopo Johnny Otis concede loro un'audizione. Etta James ha 14 anni e questo è l'incontro che cambia definitivamente la sua vita: Otis rimane infatti folgorato da lei e dalle sue due compagne d'avventura e nel giro di un altro paio di anni le convoca a Los Angeles per incidere un brano negli studi di Modern Records. Mamma non è entusiasta, ma alla fine le ragazze partono per Los Angeles: è il 1954. Il singolo inciso si intitola "Roll With Me Henry", eseguito dalla band di Otis con Richard Berry alla voce (il pezzo è conosciuto anche come "Dance With Me Henry"). Secondo la leggenda è in questo periodo che Otis 'lavora' sul nome di Jamesetta per trovare il nome d'arte Etta James. Sempre in questo periodo Otis decide di chiamare il trio vocale Peaches (soprannome di Etta). Nel 1955 "Roll With Me Henry" raggiunge la prima posizione nelle classifiche r&b, anche se con un titolo diverso: "The Wallflower" (il cambio è dovuto alle connotazioni non proprio perbene che secondo alcune emittenti radiofoniche erano nascoste nel titolo originale). Sia come sia, dopo il fortunato esordio discografico pare che la strada verso il successo sia in discesa. Invece ci vuole ancora qualche anno prima della vera esplosione: il resto del decennio conferma la fiducia di Modern Records, ma dopo lo scioglimento delle Peaches i successivi tentativi discografici non sono coronati da un successo paragonabile a quello di "The Wallflower". Ne sono testimonianza brani come "Good Rockin' Daddy" (che pure non si piazza male in classifica), "W-O-M-A-N" e "Tough Lover". La seconda svolta, nella carriera di Etta James, arriva nel 1960: è in questo anno che la cantante cambia etichetta e firma con Argo Records, sussidiaria di Chess Records. Rimarrà con loro per i successivi sedici anni, durante i quali Etta James diventa famosissima e vede affiancare il suo nome a quello di Aretha Franklin e Dionne Warwick. La partenza con la nuova etichetta è subito in quarta: Leonard Chess capisce tutto il suo potenziale e la promuove come cantante di ballad, capace di sfumature pop e di ruvidezze gospel. Sanciscono la nascita di una stella brani come "All I Could Do Was Cry" (eseguita col suo fidanzato di allora, Harvey Fuqua), o come "At Last" e "Trust In Me" (entrambi del 1961). La grande stagione prosegue per i restanti anni Sessanta grazie a perle come "Something's Got A Hold On Me" (1962), l'LP "Etta James Rocks The House" (1963, registrato dal vivo al New Era Club di Nashville) e il duetto con l'amico d'infanzia Sugar Pie De Santo ("In The Basement", anno 1966). Nel 1967 arriva uno dei brani destinati a diventare un classico del suo repertorio: si tratta di "Tell Mama", registrato presso gli studi di Rick Hall insieme a un altro singolo di tutto rispetto come "I'd Rather Go Blind". A differenza di quest'ultimo brano, che è una classica ballad, "Tell Mama" si muove nel solco del southern soul e preannuncia la maggiore versatilità che caratterizza gli ultimi anni di contratto con Chess Records (Etta rimane fino al 1975). E per versatilità s'intende persino qualche esperimento rockeggiante, al limite dell'avventatezza. Il pieno ritorno nei territori soul che padroneggia è fissato per il 1988, grazie a "Seven Year Itch" (registrato per conto di Island Records). Non è però la fine della sua vena versatile: lo dimostrano il quasi sperimentale "Sticking To My Guns" (1990) e le sempre più frequenti incursioni nel jazz e nel blues. Album come "Let's Roll" (2003) o "Blues To The Bone" (2004) incoronano l'inizio del nuovo millennio con una freschezza e una classe clamorose: dopo oltre 40 anni di carriera Etta James sa ancora trovare il modo giusto per dire la sua nel mondo della musica, senza ripetere all'infinito se stessa e invece proponendo di volta in volta un interessante approccio alla tradizione in cui orgogliosamente affonda le radici: "Non puoi prendere in giro questo tipo di musica, dice a proposito del blues, nemmeno se sei un grande cantante o un grande musicista. Tutto sta in come ti connetti con queste canzoni e con la storia che si portano dietro. Io sono orgogliosa di essere parte di questa tradizione".
Discografia:
1961 - At Last!
1961 - The Second Time Around
1962 - Etta James Sings For Lovers
1963 - Etta James Top Ten
1965 - The Queen Of Soul
1966 - Call My Name
1968 - Tell Mama
1970 - Etta James Sings Funk
1971 - Losers Weepers
1973 - Etta James
1974 - Come A Little Closet
1976 - Etta Is Betta Than Evvah!
1978 - Deep In The Night
1980 - Changes
1989 - Seven Year Itch
1990 - Stickin' To My Guns
1992 - The Right Time
1994 - Mystery Lady: Songs Of Billie Holiday
1995 - Time After Time
1997 - Love's Been Rough On Me
1998 - Life, Love & The Blues
1998 - 12 Songs Of Christmas
1999 - Heart Of A Woman
2000 - Matriach Of The Blues
2001 - Blue Gardenia
2003 - Let's Roll
2004 - Blues To The Bone
2006 - All The Way
2011 - The Dreamer